Dieci tank con circuito di azoto liquido per la crioconservazione di cellule e tessuti. E’ questa l’ultima dotazione tecnologica, in ordine di arrivo, che ha permesso di completare l’allestimento della Biobanca dell’ASST Papa Giovanni XXIII. I campioni biologiciche qui custoditi, in locali ad accesso controllato, sono resi disponibili ai ricercatori per studi clinici, diagnostici e di ricerca per diverse patologie. La nuova dotazione tecnologica è stata donata da SIAD, presente stamattina all’inaugurazione ufficiale con i vertici del Papa Giovanni XXIII, i referenti delle strutture regionali e nazionali e gli specialisti delle tecniche di criopreservazione.
Come suggerisce il nome, la Biobanca è una sorta di grande archivio o deposito in cui, grazie a sofisticate attrezzature, vengono raccolti, catalogati e conservati campioni biologici umani provenienti sia da soggetti sani sia da pazienti affetti da malattia. Si tratta di tessuti, liquidi biologici (sangue, saliva, urine, cellule) e acidi nucleici (DNA e RNA). Nel 2017 sono stati 79.000 i campioni affidati dai ricercatori del Papa Giovanni XXIII alla Biobanca per la crioconservazione. Al suo arrivo, il singolo campione biologico viene frazionato o, in gergo tecnico, suddiviso in più ‘aliquote’. Attualmente sono conservate in Biobanca circa 135.000 aliquote di campioni biologici. Il saldo per l’anno 2017 è dunque positivo, se si considerano le 70.500 aliquote uscite a fini di ricerca.
La Biobanca custodisce anche tessuti umani a scopo di trapianto. Su 307 tessuti transitati nei suoi locali nell’anno 2017, circa due terzi (199) sono stati prelevati nelle sale chirurgiche del Papa Giovanni XXIII. Dopo i controlli e la catalogazione nella Biobanca sono stati trasferiti alle Banche regionali di riferimento per essere trapiantati su pazienti in lista d’attesa di tutto il territorio nazionale. Gli altri 108 tessuti hanno fatto il percorso inverso e sono stati utilizzati nelle sala chirurgiche del Papa Giovanni XXIII.
Le Biobanche custodiscono quindi i segreti del corpo umano. Si tratta di una vera e propria “miniera di informazioni” per i ricercatori e per la comunità scientifica, che all’occorrenza li utilizzano per sviluppare studi di medicina di sempre maggiore precisione. Il tutto nel pieno rispetto della Legge, che prevede il consenso informato da parte del soggetto donatore, al quale si garantisce l’anonimato.
Tra i numerosi specialisti del settore presenti alla cerimonia di inaugurazione ha raccolto l’invito del Papa Giovanni XXIII Marialuisa Lavitrano, presidente di BBMRI - Biobanking and BioMolecular Resources Research Infrastructure of Italy, nodo nazionale del network europeo. Presenti anche i vertici di SIAD, con il presidente Roberto Sestini, l’amministratore delegato Bernardo Sestini e Oscar Rizzi, amministratore delegato SIAD Healthcare. I presenti all’inaugurazione hanno potuto verificare di persona l’elevato indice di sicurezza dei locali e del trattamento dei dati.“Qui tutto è controllatofino all’ultimo dettaglio– ha garantito Annapaola Callegaro, responsabile della Biobanca -.I locali sono dotati di controllo elettronico degli accessi e un sistema di allarme segnala eventuali malfunzionamenti, anche da remoto. Anche la gestione dei campioni e dei dati è rigorosa: un software ne garantisce la tracciabilità e l’anonimato, mentre le provette sono catalogate in modo univoco grazie ai codici a barre”.
Superata la rigorosa procedura di ingresso, ha inizio il percorso di accettazione, preparazione e conservazione del materiale biologico. Il primo passaggio è nel laboratorio per il trattamento preliminare dei campioni. A seconda della tipologia di materiale che contiene, la provetta viene trasferita alla sala congelatori meccanici, dotata di 27 macchinari che garantiscono una temperatura compresa tra -30° e -70° oppure nella nuova criobanca. Grazie ai suoi 10 contenitori di azoto liquido, che mantengono una temperatura tra i -168° e -170° C, la criobanca permette di conservare per lunghi periodi il materiale biologico che deve rimanere vitale fino al momento del suo utilizzo, per la ricerca o i trapianti.
La realizzazione della Biobanca è stata possibile grazie a SIAD, storico fornitore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, che grazie alle ultime tecnologie disponibili sul mercato ha realizzato “chiavi in mano” l’intera struttura, allestendo i locali con attrezzature ad elevato indice di tecnica e innovazione. SIAD ha realizzato importanti investimenti in ricerca sulla crioconservazione, che hanno portato alla creazione di un sistema inedito di gestione intelligente delle criobanche, denominato CryoAbility. Ad oggi più di 100.000 cordoni ombelicali e 2.000.000 di campioni biologici sono conservati in criobanche realizzate da SIAD.
“La ricerca fa parte del dna di SIAD e da sempre rappresenta uno dei suoi fattori di successo. L’investimento realizzato per la Biobanca del Papa Giovanni XXIII consolida il lungo rapporto di partnership con l’ospedale di cui SIAD non vuole essere solo fornitore, ma partner nella realizzazione di progetti che favoriscano il benessere delle persone e la salute umana”ha dichiarato Oscar Rizzi, Amministratore Delegato SIAD Healthcare.
“La Biobanca rappresenta la vera ‘cassaforte’ della ricerca – ha affermato Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Custodire, elaborare e analizzare dati e campioni biologici è la necessità della medicina contemporanea e il presupposto per il progresso della scienza. La ricerca che portiamo avanti, anche in collaborazione con altri Centri internazionali, non sarebbe possibile senza infrastrutture come questa. Grazie a chi ne ha reso possibile l’allestimento con strumenti all’avanguardia, offrendo nuove possibilità di diagnosi e cura ai pazienti di tutto il mondo”.