Salta al contenuto principale

Tumore allo stomaco

Cosa è il tumore dello stomaco
La grande maggioranza di casi di tumore dello stomaco è costituita da adenocarcinomi gastrici. Questi si originano quando le cellule della mucosa di rivestimento interno della parete gastrica vanno incontro a una crescita incontrollata. Più raramente il tumore dello stomaco può svilupparsi nel sistema linfatico (si parla allora di linfoma) o nella parete gastrica (sarcoma).
Il tumore dello stomaco ha una incidenza più alta nei paesi asiatici e più bassa nei paesi occidentali. Negli ultimi anni si registra una diminuzione di casi in Italia e nel mondo, soprattutto grazie alla riduzione dell’infezione da Helicobacter pylori, che rappresenta uno dei fattori di rischio per questa neoplasia.  
Sfortunatamente la prognosi del tumore dello stomaco è fra le peggiori, anche perché si tratta di un tumore che viene spesso diagnosticato quando è già in fase avanzata o diffuso ad altri organi.  

Cause del tumore dello stomaco
Sono noti diversi fattori di rischio del tumore dello stomaco:

  • L’infezione da Helicobacter pylori, in quanto a sua volta causa di infiammazione cronica della mucosa gastrica
  • Fattori ereditari e genetici, quindi una storia familiare di tumore dello stomaco
  • Fumo
  • Fattori dietetici, in particolare una dieta ricca di sale, carboidrati e nitrati (presenti nei cibi affumicati) e povera di frutta e verdura
  • Polipi gastrici, che possono diventare cancerosi se non asportati
  • Anemia perniciosa
  • Aver subito in passato una resezione gastrica per ulcera

Sintomatologia
I sintomi del tumore dello stomaco nella fase iniziale possono essere lievi, e anche passare inosservati: bruciore addominale, senso di sazietà anche dopo un piccolo pasto, difficoltà di digestione. Successivamente possono insorgere nausea, vomito, dolore gastrico e perdita di peso. Anemia, vertigini, debolezza e stanchezza possono originare da un sanguinamento molto graduale, che non causa altri sintomi, e dal malassorbimento delle sostanze nutritive. Più raramente possono verificarsi ematemesi (vomito di grandi quantità di sangue) e melena (presenza di sangue nelle feci, che assumono un colore molto scuro). 
L’adenocarcinoma gastrico può diffondere metastasi ad altri organi anche nelle fasi precoci della malattia, causando ingrossamento del fegato, ittero, ascite (raccolta di liquido nell’addome), linfonodi ingrossati e fragilità ossea. 

Diagnosi del tumore dello stomaco
La diagnosi del tumore dello stomaco avviene attraverso la valutazione clinica del medico ed alcuni esami strumentali, in primo luogo l’endoscopia. Questa consente di esplorare e visualizzare il tratto digerente inserendo una piccola sonda flessibile attraverso la gola. Tramite l’endoscopia è possibile anche prelevare alcuni campioni di tessuto da sottoporre ad esame istologico in laboratorio (biopsia). 
Se l’endoscopia e l’esame istologico confermano il sospetto di tumore dello stomaco, si procede ad ulteriori approfondimenti diagnostici. Una TC del torace e dell’addome permette di valutare l’eventuale diffusione della malattia ad altri organi. L’ecografia endoscopica consente di studiare la profondità del tumore nella parete dello stomaco e lo stato dei linfonodi adiacenti. La tomografia a emissione di positroni (PET) può essere impiegata per individuare metastasi a distanza.    


Trattamento
La scelta della terapia più appropriata viene valutata caso per caso da un team multidisciplinare di gastroenterologi, endoscopisti, chirurghi, oncologi, anatomopatologi e radioterapisti, sulla base delle condizioni generali del paziente e dallo stadio di sviluppo del tumore.

Nella fase più precoce della malattia, esiste in alcuni casi la possibilità di asportare il tumore endoscopicamente, attraverso una procedura di dissezione dei tessuti malati che non richiede poi ulteriori terapie. Tuttavia la cura del tumore dello stomaco prevede di solito il trattamento chirurgico. A seconda dell’estensione della malattia, si procede all’asportazione di parte dello stomaco (gastrectomia parziale) o dell’intero organo (gastrectomia totale), e dei linfonodi adiacenti. A seguito dell’intervento il paziente è comunque in grado di mangiare, perché l’esofago o lo stomaco residuo vengono connessi al piccolo intestino. Quando è possibile viene privilegiata la chirurgia mini-invasiva (laparoscopica o robotica), che presenta notevoli vantaggi: il controllo post-operatorio del dolore per il paziente è molto più semplice, anche grazie a incisioni ridotte rispetto ad un intervento tradizionale. Minore invasività significa anche una possibilità di ripresa più rapida.  

La chemioterapia può servire per ridurre le dimensioni della neoplasia in vista dell’intervento chirurgico (chemioterapia neoadiuvante), oppure dopo l’intervento (chemioterapia adiuvante) a fini precauzionali, qualora l’esame istologico evidenzi fattori di rischio di recidive. Trattamenti chemioterapici rappresentano inoltre la via privilegiata in caso siano già presenti metastasi a distanza.

In alcuni casi la radioterapia è indicata dopo l’intervento chirurgico, sia per eliminare l’eventuale presenza di residui tumorali sia come trattamento precauzionale.

Se il tumore si è diffuso oltre lo stomaco la chirurgia non può più guarirlo, ma viene talvolta utilizzata per alleviare i sintomi. Anche la chemioterapia e la radioterapia possono essere utilizzate in funzione palliativa. 
 

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile 2023