Ottimizzare e finalizzare sempre più l' intervento radioterapico limitando gli effetti avversi e i disagi per il paziente.È questo l'obiettivo del progetto 'Impatto clinico dell' innovazione tecnologia in radioterapia', coordinato da Luigi Franco Cazzaniga, direttore dell' Unità di Radioterapia dell' Ospedale Papa Giovanni XXIII, e sostenuto dall' Associazione Oncologica Bergamasca (A.O.B.).
L' iniziativa si propone una gestione strutturata dell' impatto clinico sui pazienti delle cure innovative che la tecnologia oggi consente di sperimentare nei diversi campi di applicazione della radioterapia, come i trattamenti per i tumori cerebrali, al seno, alla gola, al cavo orale e alle ghiandole salivari.
"Da anni le radiazioni vengono utilizzate per curare le malattie oncologiche. Sono un' arma efficace ma va utilizzata con cautela per evitare di provocare danni ai pazienti" ha spiegato Luigi Franco Cazzaniga, direttore della Radioterapia dell' Ospedale Papa Giovanni XXIII "Soprattutto negli ultimi tempi le numerose tecniche innovative introdotte nella pratica clinica quotidiana ci impongono particolare cautela nelle scelta delle dosi e delle aree da trattare, per curare in modo efficace la malattia, senza però danneggiare i tessuti sani. Con questo progetto intendiamo catalizzare il nostro lavoro di studio, monitoraggio e analisi dei dati clinici sugli esiti delle terapie, per arrivare a una sempre migliore definizione del piano di cura radioterapico e con il coinvolgimento diretto dei pazienti".
Chi segue le varie fasi del progetto, già attivo da alcuni mesi, è Silvia Takanen, 30 anni, laureata con 110 e lode in Medicina e chirurgia alla 'Sapienza' di Roma, specialista in Radioterapia. Entrata da poco a far parte dell' équipe del Papa Giovanni XXIII, vanta già esperienza e pubblicazioni scientifiche. È lei che si occuperà di raccogliere i dati dei trattamenti innovativi a breve e lungo termine e di analizzarne i risultati, per arrivare a piani di trattamento sempre più personalizzati, efficaci e sicuri.
A finanziare la preziosa presenza in reparto di una radioterapista dedicata a questa attività è l' Associazione Oncologica Bergamasca onlus, che ha scelto di sostenere finanziariamente il progetto. "Ricerca e innovazione, studio e analisi dei risultati sono elementi indispensabili per portare vantaggi ai malati - ha sottolineato Nunzio Pezzotta presidente di A.O.B.- L' Associazione Oncologica Bergamasca ha accolto con favore la richiesta del dottor Cazzaniga per un progetto con risvolti non solo tecnici ma anche di umanizzazione. Con convinzione abbiamo sostenuto l' adozione di questa giovane ricercatrice che per un anno si dedicherà a questo progetto di ricerca, studio e analisi, con sicuri risultati nell' ottimizzazione dei percorsi di cura radioterapici, contribuendo a contenere gli effetti indesiderati e portando notevoli benefici per i pazienti oncologici e per le persone a loro vicine".
"L' avvio di questo progetto è la dimostrazione più tangibile non solo dell' importanza che le terapie innovative hanno assunto nella cura delle malattie oncologiche nel nostro ospedale, ma anche dell' attenzione che i nostri operatori riservano al paziente nella sua globalità" ha spiegato Carlo Nicora, direttore generale dell' Ospedale Papa Giovanni XXIII. "Non ci limitiamo ad offrire la migliore cura attualmente possibile per una malattia, ma valutiamo se e come questo approccio sia effettivamente adeguato al singolo paziente, che è sempre molto di più della malattia di cui è portatore. È una capacità non banale, che è il risultato dell' esperienza che in questi anni abbiamo maturato nella cura di pazienti complessi e multiproblematici, e che possiamo sostenere grazie all' impegno delle associazioni. Con AOB in particolare abbiamo attivato numerosi progetti, dall' ambulatorio nutrizionale al Centro di ricerca per il melanoma, dal sostegno psicologico all' umanizzazione degli ambienti e voglio ringraziarli per l' intensa collaborazione di quest' ultimo anno".