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Pillole contro il tumore, più informazioni ai pazienti

Creare un percorso di formazione per informare i pazienti, familiari e medico di famiglia sui potenziali effetti collaterali dei nuovi farmaci oncologici orali, detti a bersaglio molecolare, con l' obiettivo principale di educare a gestire a casa le eventuali tossicità che ne possono derivare.

È questo l' obiettivo del progetto "Prevenzione tossicità farmaci oncologici innovativi: necessita una nuova alleanza terapeutica Ospedale-Territorio", coordinato da Carlo Tondini, direttore dell' Unità di Oncologia dell' Ospedale Papa Giovanni XXIII, sostenuto dall' Associazione Oncologica Bergamasca (A.O.B.), e realizzato all' Ospedale di Bergamo in collaborazione con il Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico (DIPO) e l' ASL provinciale.

Gli effetti collaterali dei farmaci oncologici, chiamati in gergo medico "eventi avversi", sono un problema clinico da non sottovalutare, non solo perchè influiscono negativamente sulla qualità della vita, ma soprattutto perchè le reazioni possono essere talmente importanti da costringere il paziente ad abbandonare la terapia, compromettendo i risultati del trattamento.

"I farmaci di ultima generazione, a differenza delle terapie chemioterapiche tradizionali, possono essere somministrati per bocca, per periodi prolungati e a domicilio, con eventi avversi che possono essere cumulativi e per molti aspetti diversi da quelli tradizionali della chemioterapia classica -spiega Carlo Tondini-. Essi richiedono quindi un' attenzione particolare, che deve essere presente non solo nell' équipe sanitaria ma nel paziente in prima persona e in chi lo assiste al domicilio. Il nostro obiettivo è di far conoscere meglio questi nuovi farmaci e insegnare ai pazienti come monitorare e gestire preventivamente a casa propria, in maniera autonoma ma efficace, gli effetti collaterali, anche attraverso provvedimenti dietetici, igienici o sanitari, e rendere quindi il trattamento oncologico più tollerabile".

Più c'è informazione e conoscenza, minori possono essere le tribolazioni: prendere parte attivamente al percorso di cura significa favorire ed accelerare il processo di guarigione. "È questo il primo obiettivo di questo progetto" sottolinea Nunzio Pezzotta, presidente dell' Associazione Oncologica Bergamasca -, conoscere e informare per rendere le persone parte attiva del proprio percorso di guarigione. Un progetto di ampio respiro, innovativo, di durata pluriennale ed economicamente impegnativo. Si svilupperà nell' arco del quadriennio 2015-2018 con un impegno base di 128 mila euro che l' A.O.B. sosterrà grazie alla solidarietà dei propri Soci, di persone, famiglie e imprese bergamasche che da 15 anni accompagnano il cammino dell' Associazione. Un progetto che, come altri in corso e in fase di attivazione, vuole dare una risposta concreta a uno dei tanti bisogni delle persone toccate dal cancro, un contributo tangibile per agevolare il percorso di cura e migliorare la qualità della vita dei malati oncologici e delle loro famiglie".

Grazie al sostegno di A.O.B. al progetto "Cure Innovative - un approccio umanistico al paziente", l' équipe dell' Oncologia si arricchisce della figura dell' infermiera di ricerca. Il suo compito è prendersi cura dei malati sottoposti a cure oncologiche sperimentali durante tutto il loro trattamento innovativo, dall' accoglienza alla prenotazione degli esami, dalla gestione della documentazione sanitaria alla valutazione di eventuali tossicità della terapia sperimentale.

Il direttore sanitario Laura Chiappa evidenzia che A.O.B si conferma un partner affidabile per ampliare l' offerta del Papa Giovanni XXIII ad aspetti e momenti che superano il periodo di permanenza in ospedale. Oggi fortunatamente una diagnosi oncologica non significa automaticamente impossibilità di cure, dobbiamo migliorare la qualità di vita dei pazienti anche a domicilio e nel lungo periodo.